Foto di Porto Venere al tramonto

I Forti

Il Forte Cavour e la Fortezza Umberto I

Il Forte
Cavour

Imponente caserma
sull'Isola Palmaria

Sul cocuzzolo dell’isola Palmaria si estende l’imponente Forte Cavour, in abbandono.
Pensato nel periodo napoleonico della Repubblica Ligure, nel 1808, il progetto prese corpo nel 1859 sotto il regno di Piemonte e Sardegna. Il Forte è una caserma a prova di bomba, che si sviluppa su un unico pano, capace di contenere 330 soldati. L’edificio è circondato da un fossato che all’ingresso si supera tramite ponte levatoio. Il Forte disponeva di un armamento composto da 6 obici da 240mm nella batteria centrale e 21 obici distribuiti fra il cavaliere di ponente e quello di levante, più 8 cannoni. Fu tra le prime fortificazioni erette a seguito del trasferimento della flotta sabauda da Genova alla Spezia.

La Fortezza
Umberto I

Restaurata e visitabile

E’ stata edificata dal 1887 al 1889 come batteria bassa, a 30 metri sul livello mare ed insiste in una propaggine in parte sbancata dove ben si mimetizzava.
La sua vicenda militare racconta un pericolare interessante. Nel forte alloggiava una torre corazzata girevole a difesa del Golfo, mossa da sistemi idraulici ed armata di due formidabili cannoni costruiti dalla Krupp, lunghi 14 metri e pesanti ognuno 121 tonnellate. Il proiettile pesava 920 kg e, spinto da una carica di lancio di 330 kg di polvere, era capace di perforare una corazza di ferro di 61 cm a 3 chilometri e mezzo di distanza. Verso il 1930 alla fortezza venne aggiunta la batteria antiaerea Schenello, dotata di 6 cannoni.
Mirabilmente restaurata, la Fortezza è visitabile. Oltre che aprire una pagina di contenuto militare, racconta la storia delle attività dell’uomo sul mare, dai palombari agli allevatori di ostriche e mitili (“muscoli” nel gergo locale). Curiosamente, proprio al tempo in cui essa sorse, intorno al 1887, si costituì un apposito Consorzio Ostricoltori. Nella mitilicoltura nel Golfo spezzino furono pionieri il naturalista Davide Carazzi e il mitilicoltore Emanuele Albano, proveniente da Taranto, dove quel settore era ben avviato.
La mitilicoltura prospera tuttora a Porto Venere nel seno del Cavo, ed in Palmaria nella riparata conca del Terrizzo.